Nei mari di Ustica alla ricerca di nuovi relitti
Con due robot sottomarini dotati di "side scan sonar" prende il via una campagna di ricerche subacquee: nel team archeologi e sub da Italia, Stati Uniti, Danimarca e Scozia Quali misteri custodisce, ancora, il mare di Ustica? L'isola delle grotte e del mare cristallino, 67 chilometri
Con due robot sottomarini dotati di "side scan sonar" prende il via una campagna di ricerche subacquee: nel team archeologi e sub da Italia, Stati Uniti, Danimarca e Scozia
Quali misteri custodisce, ancora, il mare di Ustica? L'isola delle grotte e del mare cristallino, 67 chilometri a nord-ovest di Palermo, 95 a ovest di Alicudi: circonferenza di appena 12 chilometri, superficie di poco meno di nove chilometri quadrati. Siamo nel cuore del Mediterraneo e una nuova campagna di ricerche subacquee, avviata nei giorni scorsi, promette di aggiungere nuovi tasselli alla conoscenza del passato dell'isola. Il cui perimetro sarà ampiamente scandagliato, a una profondità compresa tra i 50 e i 300 metri, coprendo un’estensione di circa 36 chilometri quadrati, grazie a due robot sottomarini a guida autonoma (AUV) dotati di “side scan sonar” a scansione laterale. Permetteranno di mappare i fondali usticesi e, grazie all’utilizzo di onde acustiche, riporteranno in superficie dati utili alla creazione di mappe dettagliate dei fondali oggetto di indagine.
Il progetto è della Cranfield University del Regno Unito, insieme con la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e in collaborazione con la Guardia costiera, il Comune e l’Area Marina Protetta Isola di Ustica.
L’obiettivo è quello di individuare nuove evidenze archeologiche e nuovi relitti in modo da programmare eventuali recuperi e interventi di tutela
I “target” individuati verranno ulteriormente esaminati con un ROV (Remotely operated vehicle), un robot subacqueo comandato via cavo dalla superficie che consentirà di effettuare riprese video e fotografie dei siti ritenuti più interessanti.Il team sarà composto da ricercatori provenienti da diverse parti del mondo: Stati Uniti, Danimarca, Scozia e Italia.
La conformazione dell’isola di Ustica, nel tratto sotto costa e per il settore che va da 0 a 50 metri di profondità, suggerisce l'impiego di un team di sommozzatori: saranno loro a effettuare una serie di prospezioni subacquee per individuare eventuali evidenze culturali presenti sul fondale.