Turismo, così Venezia dice no alla plastica
L'iniziativa con Wwf: i rifiuti marini aumentano anche del 40% durante il picco della stagione turistica Il turismo ha un forte impatto sulla produzione di rifiuti in plastica, soprattutto per una città a grande vocazione turistica come Venezia. Durante i periodi di alta stagione, l’aumento della popolazione
L'iniziativa con Wwf: i rifiuti marini aumentano anche del 40% durante il picco della stagione turistica
Il turismo ha un forte impatto sulla produzione di rifiuti in plastica, soprattutto per una città a grande vocazione turistica come Venezia. Durante i periodi di alta stagione, l’aumento della popolazione lungo le coste del Mediterraneo determina un incremento fino al 30% della produzione di rifiuti.
Incrementi di tale portata mettono alla prova le attività di gestione e smaltimento dei rifiuti, determinando un maggiore rischio di dispersione nell’ambiente: non a caso, sulle coste del Mediterraneo, i rifiuti marini aumentano anche del 40% durante il picco della stagione turistica.
La presenza di tutta questa plastica in natura causa un enorme danno economico all’industria del turismo, quantificato in circa 268 milioni di euro l’anno.
Per questo, Venezia, prima città in Italia ad aderire all’Iniziativa Plastic Smart Cities del WWF, ha incluso - tra le attività del suo piano d’azione - la sensibilizzazione delle strutture ricettive nel prevenire e ridurre l’utilizzo di plastica monouso e non necessaria con il lancio della brochure “Venezia Turismo Plastic Smart”.
La guida è illustrata da Fernando Cobelo, e sviluppata da WWF con la collaborazione del Gruppo Veritas ed il supporto della Fondazione Blue Planet Virginia Böger, ed è rivolta agli albergatori e a tutti coloro che, a vario titolo, ospitano turisti in città. L’obiettivo è quello di informare ma soprattutto mettere in luce concretamente tutte quelle azioni necessarie a vincere una sfida difficile ma possibile: ridurre la propria impronta della plastica.
Ridurre la propria impronta e contrastare la dispersione di plastica in Natura è un tema quanto mai attuale: in questi giorni sono terminate ad Ottawa, in Canada, le negoziazioni del penultimo ciclo di negoziati delle Nazioni Unite (INC-4) per un Trattato globale sull’inquinamento da plastica.
L’iter di negoziazione è stato lento ma l’esito è stato abbastanza positivo, con ulteriori passi avanti sullo sviluppo di norme per vietare i prodotti in plastica più problematici ed evitabili. Rimangono però ancora aperte questioni importanti come l’inclusione all’interno del Trattato di misure per ridurre la produzione e il consumo di plastica. Ancora in forse anche un elemento fondamentale del Trattato: se le regole saranno (come auspicato) globali o se verrà invece mantenuto lo status quo, con regole volontarie basate su piani nazionali.
Nota positiva in chiusura dell’INC-4 con l’approvazione di un lavoro intersessionale formale in vista dell’INC-5, fondamentale per discutere i prodotti plastici da mettere al bando e le sostanze chimiche dannose ed evitabili, la progettazione di prodotti per il riutilizzo e la riciclabilità, nonché per analizzare il pacchetto finanziario necessario per l'attuazione del Trattato.
Il percorso verso i negoziati finali l’INC-5 a Busan, nella Repubblica di Corea, inizia ora e durerà 7 mesi fino novembre di quest’anno.