Trieste, a tu per tu con il delfino comune: "Una specie in pericolo"
Un esemplare individuato nel porticciolo dell'area marina protetta Miramare. Che spiegano: "La sua osservazione non ci rallegri: le sue evoluzioni solitarie sono l'emblema del triste destino a cui abbiamo condannato questa specie, oggi considerata in pericolo e divenuta sempre più rara"
Inesorabilmente solo, icona di resilienza di una specie sempre più in bilico. Fatalmente. Un esemplare di delfino comune nel porticciolo di Grignano, a poche miglia da Trieste, nei pressi del Castello di Miramare: l’individuo – un maschio di circa 2 metri di lunghezza – è stato monitorato dai ricercatori dell'area marina protetta all’interno del porticciolo, dove si è soffermato a lungo interagendo con boe e corde di ancoraggio delle barche, immortalato durante le sue evoluzioni subacquee grazie a una fotocamera calata direttamente dalla barca.
"Preoccupati per la lunga permanenza all’interno del porticciolo - spiegano i ricercatori - ci siamo avvicinati con cautela con una delle nostre imbarcazioni per verificarne lo stato di salute e per allertare le imbarcazioni in ingresso e in uscita dal porto, affinché moderassero la velocità e mantenessero una distanza di sicurezza dall’animale che, tuttavia, non è sembrato per nulla intimorito dalla presenza umana né dal passaggio delle barche, quasi – anzi – vi fosse avvezzo".
Gli straordinari scatti del fotografo Tommaso De Lorenzi mostrano l'animale mentre interagisce più e più volte con le corde sommerse e i galleggianti, girandoci attorno, passando sopra e sotto i cordami, riemergendo più volte in superficie per nulla spaventato dalla vicinanza dei ricercatori. Gli esperti del CERT - Cetacean strandings Emergency Response Team hanno spiegato come l'interazione ripetuta tra le boe e il cordame sommerso potrebbe sottendere dinamiche di gioco, di interazione sociale o l’utilizzo di oggetti per grattarsi.
L'animale, come sottolineato dai ricercatori sloveni di Morigenos, era già stato osservato tra Capodistria e Trieste tra la primavera 2022 e l'inizio del 2023.
"La sua osservazione - spiegano i ricercatori - non deve rallegrarci troppo: le sue evoluzioni solitarie, probabilmente associate a rituali di tipo sessuale e riproduttivo, sono l'emblema del triste destino a cui abbiamo condannato questa specie, oggi considerata in pericolo dall'IUCN Red List of Threatened Species, divenuta molto rara in Adriatico e avvistata ormai in singoli esemplari o in coppie sparute, sebbene sia una specie gregaria e abituata a vivere in branchi. Nel nostro mare, però, di branchi di delfini comuni non se ne vedono più e il comportamento messo in atto da questo esemplare, secondo gli etologi, denota una mancanza di interazione sociale".