Scrollare video ci rende più stupidi e demotivati: lo dice la neuroscienza
L'uso compulsivo degli smartphone ha effetti devastanti sulla motivazione e anche sulla tenuta delle relazioni: l'ultimo studio della scienziata americana Kyra Bobinet
Più scrolli, più il tuo cervello va in fumo. La scienza si interroga sugli effetti dello scrolling ossessivo di video e, non a caso, l’Oxford University Press ha scelto brain rot come parola dell’anno.
Ma cos’è il brain rot? Il termine sta ad indicare il probabile deterioramento dello stato mentale/intellettuale attribuito a un consumo eccessivo di materiali, leggasi contenuti online, che sono considerati banali o poco stimolanti. Dietro c’è la scienza. Senza troppi giri di parole, la neuroscienziata comportamentale americana Kyra Bobinet ha dichiarato al New York Post che lo “scrolling continuo fa marcire i nostri cervelli”.
La scienza contro lo scrolling
La tesi di Bobinet è che c’è un problema sociale evidente: le persone hanno difficoltà a mantenere l’attenzione, si sentono confuse e hanno sempre meno capacità di concentrazione. Questo non ha un riflesso solo nel lavoro, ma anche nella sfera privata di ciascuno di noi, "non riusciamo a concentrarci su nulla, incluse le relazioni interpersonali".
Bobinet poi indaga più nel profondo, scavando fino a una particolare parte del cervello che si chiama abenula, la responsabile, secondo la studiosa, del fenomeno dello scrolling infinito.
Abenula, cosa?
Dal punto di vista anatomico, l’abenula è una struttura anatomica, nascosta nell’epitalamo, che si attiva in risposta ad eventi negativi, come per esempio nei casi di delusione o di punizioni inaspettate.
Inoltre, l’abenula è coinvolta in funzioni cruciali come la motivazione e la presa di decisioni. Insomma, è - per usare le parole di Bobinet - “quella parte del cervello che sa che dovresti fare qualcosa, ma che finisci per fare qualcos’altro, proprio come nel caso dello scrolling”.
Lo scrolling diventa allora uno strumento per disconnettersi dalla realtà, soprattutto dopo una giornata di lavoro ed è qui che nascono le dipendenze dai social media, con l’abenula che rende molto doloroso e complesso smettere di scrollare.
Il legame tra scrolling e motivazione
Bobinet passa poi in rassegna i rischi dello scrolling. Da una parte, si corre il rischio di una perdita di motivazione: "Tutti noi abbiamo bisogno di motivazione per vivere le nostre vite, per sentirci orgogliosi di noi stessi, per essere sicuri di noi stessi e per ottenere ciò che desideriamo". La motivazione poi è legata alla capacità di prendere delle decisioni con solerzia e tempestività e lo scrolling porterebbe a una riduzione anche di queste capacità umane.
La soluzione allo scrolling
C’è, tuttavia, speranza anche per chi è caduto vittima dello scrolling e sembra non riuscire più a riemergere. Da una parte, Bobinet spiega che non esiste una soluzione unica per tutti. Tuttavia, quando un essere umano sa di poter fare qualcosa per il suo benessere diventa resiliente e determinato.
Esistono, tuttavia, degli stratagemmi
Dividere il tempo online in 80% di contenuti significativi e legittimi e un 20% di intrattenimento
Impostare limiti e bloccare l’accesso alla tecnologia
Uscire all’aperto, muoversi, organizzare giochi di memoria ed educativi
Ed è il caso, soprattutto, di porsi un interrogativo fondamentale. "C’è un pericolo percepito nella vita virtuale e nel modo in cui stiamo usando il nostro tempo libero: bisogna chiedersi - conclude Bobinet - se alla fine ci si senta davvero bene con se stessi".