Salute, la violenza resta "impressa" nei geni umani per generazioni
Il sorprendente risultato di uno studio: lo stress e i traumi possono essere trasmessi attaverso il patrimonio genetico. E ciò vuol dire che...
Serie televisive, film, condivisioni social e, non ultimo, la realtà: i nostri occhi sono sempre più assuefatti a episodi di violenza. Anche per questo l'ultimo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli scienziati dell'Università della Florida, della Yale University e dell'Università Hashemite in Giordania, può rivelarsi particolarmente interessante. Il team, guidato da Connie Mulligan, Catherine Panter-Brick e Rana Dajani ha seguito tre generazioni di immigrati siriani, per capire se e in che modo le tracce della violenza e della guerra si tramandassero. Nel 1982, spiegano gli esperti, il governo siriano assediò la città di Hama, uccidendo decine di migliaia di suoi cittadini in violenze settarie. I nipoti delle donne che erano incinte durante questo evento, pur non avendo mai sperimentato tale violenza, ne portano i segni nei loro genomi. Gli scienziati spiegano che questa impronta genetica offre la prima evidenza della trasmissione dello stress attraverso le generazioni, un fenomeno finora osservato solamente negli animali.
«L'idea che traumi e violenza possano avere ripercussioni sulle generazioni future dovrebbe aiutare le persone a essere più empatiche, aiutare i decisori politici a prestare maggiore attenzione al problema delle guerre. - sottolinea Connie Mulligan - Questi dati potrebbero spiegare alcuni dei cicli intergenerazionali apparentemente indistruttibili di abusi, povertà e traumi che si verificano in tutto il mondo. Il nostro lavoro potrebbe essere rilevante per diverse forme di violenza, dall'ambiente domestico a quello lavorativo fino alla guerra. Dovremmo prendere più seriamente questa minaccia in tutte le sue manifestazioni».
Vero che i geni non sono modificabili direttamente dalle esperienze di vita, ma l'epigenetica suggerisce che le cellule possono subire piccole alterazioni in risposta a determinati eventi. Nell'ambito dell'indagine, i ricercatori hanno raccolto campioni da nonne e madri incinte durante l'attacco di Hama o la guerra civile contro il regime di Assad, avvenuta quattro decenni dopo. Questo disegno di studio implicava che ci fossero nonne, madri e figli che avevano subito violenza in diverse fasi dello sviluppo. Un terzo gruppo di famiglie era immigrato in Giordania prima del 1980, evitando i decenni di guerre in Siria, fornendo un gruppo di controllo per il confronto. In totale, sono stati raccolti tamponi guanciali di 138 persone in 48 famiglie. L'analisi ha rivelato 14 aree del genoma nei nipoti dei sopravvissuti al conflitto di Hama, modificate in risposta alla violenza subita dalle loro nonne. Tutto questo mostra che, come avviene negli animali, i cambiamenti epigenetici indotti dallo stress potrebbero effettivamente manifestarsi nelle generazioni future. Allo stesso tempo, i ricercatori hanno individuato 21 siti epigenetici nei genomi di persone che avevano sperimentato direttamente la violenza in Siria.
Da ultimo, gli scienziati riportano che chi era stato esposto alla violenza nel grembo materno mostrava segni di invecchiamento epigenetico accelerato.