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Un nuovo studio rivela: perché Marte è il pianeta rosso

Il colore deriverebbe della ferridrite, ovvero da una combinazione di ossidi di ferro e acqua, e non semplicemente a ossidi di ferro, come ritenuto in precedenza

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by Redazione
Un nuovo studio rivela: perché Marte è il pianeta rosso
Photo by Daniele Colucci

 

Un gruppo di astronomi della Brown University, (USA), ha condotto uno studio nell'ambito del progetto Trace Gas Orbiter (TGO) dell'European Space Agency (ESA), volto a indagare le origini dell'iconico rosso del pianeta Marte. I risultati, pubblicati su Nature Communications chiariscono l'origine: il rosso di Marte deriva della ferridrite, ovvero una combinazione di ossidi di ferro e acqua, e non semplicemente a ossidi di ferro, come ritenuto in precedenza.
Negli ultimi decenni questo tipo di colore era sconsiderato la conseguenza di un processo di ossidazione dei minerali di ferro. In soldoni, il ferro su Marte avrebbe a un certo punto reagito con l'acqua e l'ossigeno presente nell'aria, secondo meccanismi simili a quelli che formano la ruggine sulla Terra. Insomma, un processo piuttosto semplice.
Tuttavia in funzione della variabilità degli ossidi di ferro su Marte, la precisa chimica della ruggine marziana è sempre stata oggetto di indagine perché possibile indicatore delle condizioni ambientali del pianeta in quello specifico momento. Studi precedenti sulla componente di ossido di ferro della polvere marziana non avevano evidenziato all'interno di questo minerale la presenza di acqua, portando a concludere che si trattasse di ematite, formatasi da una superficie asciutta attraverso reazioni con l'atmosfera marziana nel corso di miliardi di anni, dopo il primo periodo umido di Marte. Tornando alla nuova teoria invece, si dice che la ferridrite si genera rapidamente in presenza di acqua fredda che si sarebbe quindi formata quando Marte aveva ancora acqua sulla sua superficie. La ferridrite avrebbe mantenuto la sua forma acquosa fino ai giorni nostri, nonostante si sia sminuzzata e sparsa in tutto il pianeta sin dalla sua formazione.
L’autore dello studio Adomas Valantinas, spiega: «Abbiamo scoperto che la ferridrite mescolata al basalto, una roccia vulcanica, si adatta meglio ai minerali osservati dalle sonde spaziali su Marte». Visto che la ferridrite si forma solo in presenza di acqua, è possibile che Marte si sia arrugginito molto prima di quanto stimato in precedenza, mantenendosi stabile alle attuali condizioni. Altre teorie sostengono che la ferridrite possa essere presente nella polvere marziana. Ciò è stato dimostrato grazie alla creazione di una replica della polvere marziana, molto simile al reale, realizzata con l'ausilio di una macchina macinatrice avanzata e ottenendo granelli di polvere delle dimensioni equivalenti a 1/100 di un capello umano.
Grazie all’orbita TGO, i ricercatori hanno potuto definire le dimensioni e la composizione delle particelle, essenziali per ricreare una copia corretta della polvere in laboratorio. Le evidenze riguardo alla ferridrite sarebbero sostenute anche da dati del Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa e dalle misurazioni a terra dei rover Curiosity, Pathfinder e Opportunity della Nasa.

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