A spasso nella Londra multietnica. La parola chiave? Integrazione
Nella capitale dell’Inghilterra l'ambientamento degli immigrati musulmani è davvero una sfida vinta? Per scoprirlo, un fotografo ha passeggiato con loro. Ecco i suoi scatti e le sue riflessioni
Reportage di Giancarlo De Luca
Multietnica e multiculturale. Di più: meticcia. Sin dalla notte dei tempi. Perché uno studio dei ricercatori dell’Università di Durham su alcuni scheletri conservati presso il Museum of London, resti appartenenti a persone vissute duemila anni fa, hanno stabilito che solo in un caso si può parlare di individuo autoctono. Londra è così: la sua identità è nelle sue mille identità.
Anche per questo, una volta atterrato, Giancarlo De Luca ha cercato di indagare la quotidianità della City attraverso i volti dell’eterogenea popolazione londinese: il Leitmotiv è il ritmo frenetico di una megalopoli che non si spegne, mai. Per farlo ha deciso di perdersi tra le sue strade, seguendo – come in uno straordinario effetto domino – le storie dei passanti, uno dopo l’altro.
E ha seguito soprattutto le tracce dell’integrazione islamica nella City, in primis gli Hijab, i veli islamici, tratto distintivo delle donne musulmane. Qui, dal secondo dopoguerra, i flussi dai paesi arabi sono stati consistenti. Nella sola Londra, ad oggi, oltre un milione di individui che si dichiarano musulmani, con un incremento del 3,9% in dieci anni. Attualmente, più del 12% degli abitanti di Londra è musulmano. Più del 37% dei musulmani dell’intero Paese vive nella capitale. pUn panorama molto composito, peraltro: 250 mila pakistani e turchi, 170 mila bangladesi, 140 mila somali, 130
mila iracheni, 120 mila nigeriani e meno di 100 mila tra indiani, afghani e ghanesi. Una sfida di integrazione innegabilmente vinta, anche se sacche di razzismo e islamofobia non mancano e la propaganda jihadista e antioccidentale non ha risparmiato la City.
Il racconto per immagini di De Luca è un omaggio intimo e delicato alla sua identità, catturata con la sensibilità di chi non giudica ma osserva. Su una fermata del bus o della metro, a pochi passi dal Big Ben, davanti a un camion che propone street food: è qui che le città si rivelano. Senza retorica.
L'intero contenuto è pubblicato sul numero 1 di Grand Tour
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