Lo spazio non è un far west
Chi è responsabile di una collisione fra satelliti? Come si regola lo sfruttamento commerciale dei corpi celesti? Come si può evitare che lo spazio diventi una discarica di detriti? Le nuove (complesse) frontiere del diritto spaziale al centro di un progetto dell’Università di Pisa
Lo Spazio non sia un far west. Soprattutto ora che è diventato, sempre più, terreno di (potenziale) conquista. Nelle ore in cui il mondo guarda, incuriosito e forse un po' intrigato, al volo suborbitale della capsula New Shepard di Blue Origin (a bordo, con un equipaggio tutto al femminile, la pop star Katy Perry, la fidanzata di Jeff Bezos Lauren Sanchez, l'anchor di Cbs Gayle King, l'ex scienziata della Nasa Aisha Bowe, l'attivista Kerianne Flynn e l'astrofisica Amanda Nguyen), portando le sei "turiste spaziali" appena sopra la linea di Kármán (il confine tra atmosfera e spazio a 100 chilometri di altezza) per sperimentare la microgravità, tornano attuali domande in parte irrisolte. Su cui la comunità internazionale deve trovare linee guida al più presto.
Qualche esempio: chi è responsabile se c’è una collisione fra satelliti, come si regola lo sfruttamento commerciale dei corpi celesti, per esempio l’estrazione di terre rare e minerali dagli asteroidi o il prelievo di acqua ghiacciata dai poli lunari, e come si può evitare che lo spazio diventi una discarica di detriti o reagire alla militarizzazione dell’orbita terrestre?
Interrogativi che rappresentano nuove frontiere del diritto, e che camminano di pari passo con il progresso tecnologico. L'obiettivo è, naturalmente, non lasciare pericolosi 'bug' normativi. Parte così EUSPIL (EU Space Policy, International Law and Sustainability), il progetto Jean Monnet sulla politica spaziale dell’Unione Europea di cui è titolare Claudia Cinelli, professoressa di Diritto internazionale del dipartimento di Scienze politiche dall’Università di Pisa.
Il ruolo di guida dell'Ue
“Con l’aumento esponenziale di satelliti e missioni spaziali, l’importanza di un solido quadro normativo per le attività oltre l’atmosfera terrestre non è mai stata così centrale – annuisce Claudia Cinelli - è necessario evitare che lo spazio diventi un “far west” tecnologico altrimenti rischiamo di compromettere la cooperazione internazionale e la sostenibilità per le generazioni future: in questo scenario, l’Unione europea può giocare un ruolo di guida per garantire standard condivisi e tutelare l’uso pacifico dello spazio.”
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Come funziona il diritto dello spazio
Qual è, ad oggi, lo stato dell'arte? Il diritto dello spazio extra-atmosferico si basa sull’Outer Space Treaty del 1967 arricchito da convenzioni come quella sulla responsabilità internazionale per i danni causati da oggetti spaziali (1972). Ma la rapida evoluzione delle tecnologie e l’ingresso massiccio di attori privati, incluse le cosiddette “mega-costellazioni”, stanno sollevano nuovi problemi che gli strumenti normativi vigenti non affrontano in modo dettagliato. L'obiettivo di Euspil è quindi quello di esplorare queste zone grigie con un focus sulla prospettiva europea. Gli obiettivi sono di formare una nuova generazione di professionisti specializzati negli affari spaziali, e di consolidare una rete di giuristi, policy-maker, autorità regolatorie e agenzie spaziali, per garantire che l’ultima frontiera rimanga un luogo di cooperazione pacifica, senza trasformarsi in un nuovo terreno di scontro o di sfruttamento indiscriminato.

In pole position l'Università di Pisa
L’Università di Pisa sarà tra le prime università italiane ad offrire un insegnamento per gli studenti magistrali interamente dedicato al diritto internazionale e dell’Ue in materia di spazio, insieme a un ciclo di seminari aperti anche agli studenti di dottorato. A partite dal prossimo anno accademico 2025-2026, il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Ateneo pisano attiverà inoltre l’insegnamento in inglese International Law, Outer Space and European Union. La referente sarà la stessa Claudia Cinelli. Dal 2022 al 2023 la professoressa è stata anche capofila del progetto internazionale "Advancing Responsible State Behavior in Outer Space", finanziato dal Massachusetts Institute of Technology - Italy Università di Pisa Seed Fund. La sua passione per il diritto degli spazi internazionali, inclusi lo spazio extra-atmosferico, si riflette inoltre nella monografia “Il diritto degli spazi internazionali, inclusi lo spazio extra-atmosferico” del 2020.
Gli altri docenti dell’Università di Pisa impegnati nel progetto sono Giovanni Federico Gronchi del dipartimento di Matematica, Simone Marinai del dipartimento di Giurisprudenza e Simone Paoli e Sara Poli, entrambi del dipartimento di Scienze politiche.
