«Le piante ci salveranno dalla nostra arroganza»: la lezione di Stefano Mancuso
Dal palco di SIOS25 Road, l’evento di Startupitalia tenutosi a Roma al Gazometro, il neuroscienziato e botanico invita gli innovatori a ripensare al futuro ispirandosi alle piante

L'evento di StartupItalia dedicato alla scrittura del Manifesto dell’Innovazione Italiana, si accende di una luce diversa quando Stefano Mancuso inizia a parlare. Professore all’Università di Firenze, neuroscienziato vegetale, divulgatore e fondatore dell’Istituto di Neurobiologia Vegetale, Mancuso non è un oratore qualsiasi. Porta sul palco non una visione del futuro, ma una rivoluzione silenziosa: quella delle piante.
Un mondo progettato sull'uomo… e costruito sull’equivoco
“Costruiamo tutto a nostra immagine: oggetti, città, tecnologie. Ma siamo solo lo 0,3% della vita sul pianeta”. Così esordisce Mancuso, mettendo subito in discussione l’antropocentrismo che guida ogni aspetto della società contemporanea. E aggiunge: “Abbiamo modellato il mondo su ciò che comprendiamo: cioè su ciò che ci somiglia. Ma la vita, quella vera, si esprime altrove”.
Il suo sguardo si posa sulle piante, che rappresentano il 97% della biomassa terrestre. Nonostante la loro evidente alterità, Mancuso sostiene che siano proprio loro, così diverse, a doverci guidare oggi. “Gli esseri umani evitano i problemi, le piante li risolvono”, afferma. E lo fanno localmente, con una capacità di adattamento e cooperazione che lascia senza fiato chiunque abbia la pazienza di osservarle davvero.
Il modello vegetale: intelligenza diffusa, zero sprechi, massima cooperazione
La lezione delle piante è concreta e applicabile. “Le piante non hanno organi vitali singoli, hanno un’intelligenza diffusa: possono perdere parti intere e continuare a vivere. Sono super-organismi capaci di cooperare, non competere, per la sopravvivenza dell’intero sistema.”
Secondo Mancuso, questo approccio è la chiave per affrontare un futuro pieno di incognite. “Stiamo entrando in un’epoca ignota, dove l’ambiente cambia più velocemente di quanto l’evoluzione possa rispondere. In un solo anno oggi si verificano più fenomeni rari di quanti ne avvenissero in un secolo.”
L’evoluzione non premia i più intelligenti né i più forti, ricorda Mancuso, ma i più adatti. E l’adattamento, oggi, si gioca sulla capacità di “portare avanti tutti, senza distinzioni”. La sopravvivenza, quindi, non sarà individuale, ma collettiva. Una visione che rovescia la logica darwiniana spesso mal interpretata in chiave competitiva.
Le piante sanno “vedere”, “sentire”, “decidere”
Mancuso incanta il pubblico raccontando scoperte che sembrano uscite da un libro di fantascienza: reti miceliali sotterranee grandi come stadi, radici che “vedono” gli ostacoli e cambiano direzione, alberi che si scambiano nutrienti tra specie diverse, riconoscendo i bisogni dei più piccoli. E tutto questo senza un cervello.
“L’intelligenza artificiale replica l’intelligenza umana, ma è piena di bug. Le piante invece ci mostrano un’intelligenza altra, più evoluta perché priva di arroganza e spreco. Una rete distribuita e resiliente, il vero modello per il nostro futuro.”
La riforestazione come priorità globale
Nella sua visione, l’ambiente non è un capitolo a parte dello sviluppo, ma il suo fondamento. E riforestare il pianeta non è un atto simbolico, ma la più pragmatica delle soluzioni.
Mancuso chiude il suo intervento con una riflessione quasi filosofica, che però scivola dolcemente nella scienza: “Crediamo di sapere tutto, ma siamo ancora principianti nella conoscenza della vita. Guardando la Terra dallo spazio, la chiamiamo Pianeta Azzurro, ma dovremmo chiamarlo Pianeta Verde.”
Forse il vero cambio di paradigma non è creare nuovi strumenti, ma scegliere nuovi maestri. E le piante, silenziose, cooperative e resilienti, potrebbero esserlo.
L’evento SIOS25 Road: un Manifesto per l’innovazione
SIOS25 Road ha visto 114 esperti, startupper, imprenditori, docenti universitari, professionisti, confrontarsi su una serie di tavoli tematici, dove esperti del settore si confronteranno su questioni cruciali per l'ecosistema dell'innovazione. Dal dialogo tra attori diversi è emerso un Manifesto per il futuro, volto a costruire un nuovo ecosistema innovativo, sostenibile e inclusivo, capace di trasferire il dinamismo delle startup, la forza delle imprese e la visione degli investitori verso le istituzioni del Paese. L'obiettivo è contribuire a una visione più etica, sostenibile e umana della transizione sociale in corso.