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Euclid fotografa i confini dell'universo, immagini straordinarie e senza precedenti

A poco meno di un anno dalla sua partenza, Euclid, il telescopio spaziale dell’ESA, ha prodotto una serie di immagini e dati definiti senza precedenti dagli astronomi.

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by Redazione
Euclid fotografa i confini dell'universo, immagini straordinarie e senza precedenti

Partito lo scorso 1 luglio, allo scopo di indagare l’universo profondo, Euclid, il telescopio spaziale costruito dall'ESA, ha incantato il mondo con le ultime immagini prodotte che ritraggono angoli di cielo extragalattico con una definizione mai osservata prima. 

La missione di Euclid, per i prossimi 5 anni, sarà quella di esplorare e mappare la struttura dell’universo profondo, indagando le sue dinamiche evolutive - come la formazione delle galassie e la loro evoluzione nel tempo - e studiandone la componente più misteriosa: la materia e l’energia oscura.

La specialità di Euclid è quella di riuscire a ottenere immagini tanto accurate nei dettagli quanto generose nell’estensione del campo di osservazione, un binomio preziosissimo per la strumentazione astronomica, che con questo telescopio si realizza senza eguali e che permette l’osservazione contemporanea delle strutture più piccole e di quelle su più larga scala, restituendo una visione d’insieme che promette un’alterazione significativa della nostra comprensione dell’universo. 

In un solo giorno Euclid ha rilevato 11 milioni di oggetti in luce visibile e 5 milioni in luce infrarossa e le 5 immagini ottenute già rivelano nuove proprietà fisiche del cosmo.

Abell 2390, credit: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, image processing by J.-C. Cuillandre (CEA Paris-Saclay), G. Anselmi

Abell 2390

La prima immagine diffusa dal sito istituzionale dell'Agenzia spaziale Europea, ci svela Abell 2390, un enorme ammasso di galassie - oltre 50.000 - situato nella costellazione di Pegaso a 2,7 miliardi di anni luce. Come avviene per ogni ammasso di galassie, la maggior parte della massa è costituita dalla materia oscura, in concentrazioni tali da deformare lo spaziotempo e la luce che si trova ad attraversarla.

In particolare, in questa immagine è visibile il fenomeno delle lenti gravitazionali, le luci di galassie lontane, piegate e distorte (la luce prende forma di archi) da quella che gli studiosi ipotizzano essere l’energia gravitazionale della materia oscura.

L’immagine cattura anche il comportamento della luce delle stelle intergalattiche, ovvero quelle stelle sganciate dalla forza gravitazionale delle galassie. Questa luce, detta intracluster, seguendo il campo gravitazionale dell’ammasso di galassie, rappresenta un ottimo tracciante della distribuzione della materia oscura.

Con queste osservazioni, in particolare analizzando la grandezza della distorsione della luce, gli studiosi svolgeranno misurazioni sulla quantità e la distribuzione della massa oscura.

Messier 78, credit: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, image processing by J.-C. Cuillandre (CEA Paris-Saclay), G. Anselmi

Messier 78

Questa forse, con i suoi colori, è stata l’immagine che ha affascinato maggiormente anche i non addetti ai lavori. M78 è una nebulosa della costellazione di Orione e si trova a 1300 anni luce di distanza. Nuovi mondi e nuove stelle in formazione, avvolti dalla polvere interstellare. Una culla di stelle che, con le loro radiazioni, illuminano la nube di gas e polveri. Il colore rosso corrisponde alle particelle di polvere, mentre il blu all’idrogeno molecolare.

NGC 6744, credit: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, image processing by J.-C. Cuillandre (CEA Paris-Saclay), G. Anselmi

NGC 6744

Questa galassia spirale ha un diametro di 180.000 anni luce e si trova nel Superammasso della Vergine a 30 milioni di anni luce di distanza. Questa immagine sarà molto utile per capire come la polvere e i gas sono collegati alla formazione stellare, studiare la distribuzione delle stelle all’interno delle galassie, osservare le nuove formazioni, insomma, indagare la fisica che plasma la struttura delle galassie a spirale. Questioni ancora non comprese.

Abell 2764, credit: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, image processing by J.-C. Cuillandre (CEA Paris-Saclay), G. Anselmi

Abell 2764 e stella luminosa

Abell 2764 (in alto a destra) è un altro ammasso di galassie, se ne contano centinaia immerse in un vasto mare di materia oscura. Dista da noi un miliardo di anni luce in direzione della costellazione della Fenice. In questa immagine compaiono anche alcune stelle della nostra galassia; quella più luminosa, in primo piano, è BP Phoenicis.

Gruppo Dorado, credit: ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, image processing by J.-C. Cuillandre (CEA Paris-Saclay), G. Anselmi

Gruppo Dorado

Il gruppo di galassie Dorado, si trova a circa 62 milioni di anni luce di distanza. Questa immagine, che immortala giovani galassie in formazione, ricche di gas e polveri, sarà molto utile per studiare la formazione galattica e, quindi, per fare luce sulla storia cosmica.

A meno di un anno dalla sua partenza, Euclid ci ha restituito dati eccezionali, immagini di grande valore scientifico ed estetico. Alla fine della sua missione il telescopio avrà acquisito immagini e dati per più di 1 miliardo di galassie, sull’espansione dell’universo e sulla sua storia degli ultimi 10 miliardi di anni. Un modello 3D della distribuzione della materia, compresa quella oscura, in un’area corrispondente ad un terzo del cielo. Le aspettative sui segreti che Euclid svelerà nei prossimi 5 anni di missione sono altissime.

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