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Lavoro e intelligenza artificiale: un nuovo rinascimento digitale tra sfide e professioni emergenti

Lavoro e intelligenza artificiale: un nuovo rinascimento digitale tra sfide e professioni emergenti

Sta rivoluzionando il mondo del lavoro, creando nuove professioni come AI Ethic Specialist e Prompt Engineer. Per comprendere opportunità (e criticità) abbiamo ascoltato Talent Garden

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by Giancarlo Donadio

Che l’intelligenza artificiale stia avendo un impatto sul mondo del lavoro è ormai evidente. I dati dell’ultimo Rapporto sul Futuro del Lavoro 2025 dello World Economic Forum confermano che le aziende concordano nel ritenere che l’IA sarà la tecnologia più trasformativa, di qui al 2030. 
Ogni grande rivoluzione tecnologica porta benefici ma anche criticità: il timore, in questo caso, è la perdita potenziale di posti di lavoro. GrandTour ne ha parlato con Giuseppe Mayer, Ceo di Talent Garden, tra i più importanti gruppi europei nell’education sulle competenze digitali, presente in 11 Paesi europei.
«Ci vorrà coraggio ad abbracciare queste nuove tecnologie, ma il futuro è già segnato e ci sarà uno scarto evidente tra i lavoratori che sapranno utilizzare gli strumenti di AI e coloro che, al contrario, non sapranno farlo», spiega Mayer.

Lavoro e IA, tra paure e opportunità

Mayer ci spiega che ogni cambiamento tecnologico nel mondo del lavoro, pensiamo al passaggio traumatico per molti dal fax all’email, vive di due fasi: una prima, iniziale, di timore e paura (in particolare per le perdite di posti di lavoro) e poi una seconda fase, nella quale abbracciare la nuova tecnologia porterà a vantaggi e ad opportunità per tutti.  Penalizzati potranno essere i ruoli più amministrativi, con attività ripetitive che potranno essere svolte in modo più efficace e veloce dall’IA, mentre nasceranno nuovi lavori che uniranno competenze tecniche a umanistiche.
Tra le professioni del futuro prefigurate da Talent Garden alcune sono particolarmente affascinanti, come l’AI Ethic Specialist, che si occuperà di garantire che i sistemi di IA rispettino principi etici e legali, un lavoro costruito addosso agli esperti di filosofia etica. E, restando, sul fronte dell’ingegneria informatica sono destinate ad aumentare le richieste per gli specialisti in sicurezza che proteggeranno i sistemi IA da attacchi informatici e manipolazioni:
«Gli imprenditori devono essere pronti a sporcarsi le mani e a familiarizzare da subito con la tecnologia. Chi arriva prima potrà affrontare da subito le nuove sfide, penso alla scomparsa della gavetta tradizionale con le IA che faranno molti dei lavoro di analisi destinati ai più giovani. Insomma, bisognerà trovare nuovi modi anche per far apprendere lavori e questo deve rappresentare uno stimolo e non una paura», sottolinea Mayer.

L’arte di fare le domande "giuste"

Gli scossoni che l’IA porta nel mondo del lavoro sono rapidi e stanno mettendo in discussione professioni digitali che solo fino a cinque anni fa erano tra le più richieste, come i data analyst e i data scientist. Mentre prendono piede altri lavori, tra cui il prompt engineer che  si occuperà di progettare e ottimizzare istruzioni testuali (prompt) per migliorare le risposte dei modelli di IA generativa:
«In linea generale chi sarà nel prossimo futuro un “maestro nell’IA” non sarà un professionista in grado di conoscere solo le tecnologie, ma capace di comprendere quali sono i limiti della tecnologia e come usarla a vantaggio della propria competitività», evidenzia Mayer.

L’uomo al comando e la necessità di trasparenza

Tra le paure di un uso indiscriminato dell’AI nel lavoro c’è il rischio della perdita di alcune soft skill come la creatività e, più in generale, un impoverimento del lavoratore che rischia, secondo i più pessimisti, di perdere il controllo sul proprio lavoro: «Di fronte a queste obiezioni, mi viene sempre da fare un esempio. La Formula Uno non è diventata meno appassionante perché è cresciuto l’uso degli strumenti tecnologici. Al volante c’è sempre il pilota ed è la sua bravura, malgrado i nuovi dispositivi digitali che ha a disposizione, a determinare il successo o l’insuccesso della sua casa automobilistica. In modo similare, al centro del lavoro ci saranno sempre le persone e la loro formazione continua sulle evoluzioni del digitale determinerà le buone sorti dell’organizzazione per la quale lavorano», precisa Mayer.
La vera sfida, per Mayer, è quella etica con l’uomo che ha già dimostrato grandi capacità di adattamento alle evoluzioni tecnologiche. La trasparenza è il vero tema, sia nell’uso dei dati con le aziende tech che producono tecnologie che devono informare sull’uso che fanno dei loro dati. E "trasparenza" anche richiesta ai professionisti che ne fanno uso:
«Penso in particolar modo al mondo del giornalismo e dell’editoria e del marketing con la necessità di avvertire i lettori su contenuti prodotti con l’IA, soprattutto se sono prodotti per uso commerciale. Ma anche qui nasceranno tecnologie che permetteranno di identificare l’uso dell’IA dei contenuti scritti, come già avviene in altri ambiti come i video», conclude Mayer.

Le professioni del futuro d

Oltre alle professioni nuove che abbiamo già citato nel corso di questo articolo, come l’IA Ethic Specialist, i professionisti nella sicurezza e i prompt engineer ci sono altri lavori che secondo Talent Garden avranno una richiesta crescente in futuro. Scopriamo quali sono:

Responsabile di Prodotto IA, capace di gestire l’intero ciclo di sviluppo e lancio di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, con una visione completa delle tecnologie IA.

Progettista di Esperienze Conversazionali, specializzato nella creazione di chatbot e assistenti virtuali, essenziale per offrire interazioni intuitive e fluide agli utenti.

Consulente Strategico per l’IA, esperto nell’integrazione dell’intelligenza artificiale nei modelli di business aziendali, trasformandola in un asset competitivo.

Analista di Algoritmi IA, professionista con competenze in analisi dati, normative tecniche e auditing, incaricato di valutare l’affidabilità, l’equità e la trasparenza degli algoritmi.

Sviluppatore IA per Mixed Reality, figura chiave per il settore dell’intrattenimento, della formazione e delle esperienze immersive, che combina competenze in programmazione, design 3D e applicazioni IA in ambienti di realtà aumentata e virtuale.

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