L’Amerigo Vespucci doppia per la prima volta il leggendario Capo Horn: un evento storico nella lunga tradizione marittima
Affrontando condizioni proibitive, con onde di 4 metri, la nave italiana più famosa del mondo ha doppiato Capo Horn, aggiungendo così un altro importante capitolo alla sua lunga storia di mare.
56°03'S, 067°161'W. Queste coordinate, per i marinai esperti, rappresentano uno dei punti più difficili e ambiti da raggiungere. In questo luogo si incontrano gli oceani Pacifico e Atlantico, venti impetuosi soffiano senza soluzione di continuità, correnti marine colossali attraversano lo stretto di Drake. L’ultimo lembo di terra sudamericana da un lato, l’Antartide dall’altro. Il doppiaggio di Capo Horn è considerato un’impresa epica, soprattutto se lo si affronta con la sola propulsione eolica, senza utilizzo di motori, come ha fatto, lo scorso 5 aprile, l’equipaggio dell’Amerigo Vespucci, guidato dal capitano di vascello Giuseppe Lai.
Una delle navi a vela più celebri al mondo, icona della Marina Militare Italiana, costruita nel 1931 nei cantieri navali di Castellammare di Stabia, ha doppiato Capo Horn per la prima volta, nella sua prestigiosa storia, alla veneranda età di 93 anni, certamente onorando il suo motto attuale: “Non chi comincia ma quel che persevera”, nonché il precedente: “Saldi nella furia dei venti e degli eventi”. Idee impregnate nel legno e che, in qualche modo, hanno partecipato alle operazioni condotte dall’equipaggio.
L'evento, è stato celebrato con gioia e orgoglio a bordo, con l'emozione palpabile tra gli uomini e le donne che hanno vissuto questo momento storico. Ora, dopo aver superato la sfida titanica, l’Amerigo Vespucci prosegue nel Pacifico il suo tour mondiale. La prossima tappa è prevista a Valparaíso, in Cile, il 28 aprile, dove la nave continuerà a promuovere il turismo delle radici nel Belpaese e a celebrare la sua lunga e illustre storia marittima.