La foto che ci racconta perché essere ottimisti sulla lince eurasiatica
Nelle Alpi Giulie la nascita di due cuccioli nati da Talìa, una delle tre femmine di lince rilasciate a maggio 2023 nell'ambito del progetto ULyCA2: una buona notizia per la biodiversità italiana
C’è speranza per il futuro della lince sulle Alpi. Lo dimostra la nascita di due cuccioli nati da Talìa, una delle tre femmine di lince eurasiatica rilasciate a maggio 2023 nell'ambito del progetto ULyCA2 (Urgent Lynx Conservation Actions) a Tarvisio, in Italia. Nei giorni scorsi, infatti, i tecnici del Progetto Lince Italia e i volontari impegnati nel monitoraggio hanno documentato la riproduzione di Talìa, che dopo il rilascio aveva stabilito il suo territorio nelle Alpi Giulie slovene.
Grazie alle informazioni derivanti dal radiocollare è stato possibile localizzare la tana e accertare la presenza dei due cuccioli. I campioni genetici prelevati dai cuccioli saranno utili a individuare il padre della cucciolata e permetteranno, se ricampionati in futuro, di monitorare spostamenti e sopravvivenza dei nuovi nati nel corso dei prossimi anni.
Il progetto ULyCA2, sostenuto attivamente dal WWF e che vede coinvolti i Carabinieri Forestali e Progetto Lince Italia, mira a rafforzare l’esigua popolazione di lince presente nelle Alpi orientali, con l’obiettivo di creare una popolazione vitale di questo predatore anche nel nostro Paese. Il primo passo per raggiungere l’ambizioso obiettivo è stata la traslocazione nella primavera 2023 di 5 individui (3 femmine e 2 maschi) sulle Alpi Giulie italiane. La specie risulta minacciata dall’esigua dimensione di popolazione e dal conseguente impoverimento genetico, dalla frammentazione ambientale diffusa sulle Alpi e dalle uccisioni illegali, come dimostra il triste caso di Sofia, un’altra delle femmina rilasciate lo scorso anno e uccisa da un colpo d’arma da fuoco in Austria.
La straordinaria notizia della nascita dei due cuccioli conferma che la strada intrapresa è quella giusta. Il WWF conferma il suo impegno in prima linea e supporterà le attività per la ricostituzione della popolazione di lince sulle Alpi orientali anche nei prossimi 3 anni, dal 2025 al 2027. L’efficacia delle azioni messe in campo aumenta la speranza di rivedere la lince occupare un ruolo primario negli equilibri ambientali come predatore all’apice degli ecosistemi montani delle nostre Alpi.