In viaggio alle Eolie alla ricerca del mito
Mentre si diffonde l'allerta arancione per l'attività eruttiva dello Stromboli, vi raccontiamo l'arcipelago oltre ogni cliché. Partendo dalla storia ancestrale di un'area dagli echi omerici che non finisce di stupire. Mai
Manca poco all’alba quando la nave che è partita ieri sera da Napoli, attracca a Stromboli. La sagoma del vulcano è apparsa lentamente dall’oscurità e adesso il cono perfetto si staglia contro il cielo rosato che precede il sorgere del sole. Si distingue, sulla sommità, il pennacchio fumante che sventola come dotato di vita propria. Poco lontano, ben visibile dal ponte della nave ancorata per le veloci operazioni di scarico e carico, lo Strombolicchio, un piccolo isolotto vulcanico a circa un miglio dall’isola maggiore e che rappresenta il punto più settentrionale di tutta la regione siciliana oltre ad essere uno dei fari più antichi e iconici d’Italia.
Geologicamente, lo Strombolicchio è il papà del vulcano maggiore. Le sue origini risalgono a circa 200 mila anni fa.
Le Eolie, il cui nome già tradisce la loro genesi, sono terre mitologiche. Ed è l’Odissea di Omero a raccontarci che questi isolotti erano la dimora del dio dei venti, Eolo, il quale li custodiva dentro alcuni otri. Dopo aver accolto Ulisse, gli fece dono dei venti chiusi in un otre dai quali il re di Itaca faceva uscire solo lo Zefiro che soffiava nelle vele per tornare in Grecia. Ma i suoi compagni, una notte, pensando che l’otre custodisse un tesoro, lo aprirono provocando in tal modo una furiosa tempesta che spinse di nuovo la nave verso le Eolie. Eolo, credendo che Ulisse fosse perseguitato dagli dei, si rifiutò di aiutarlo ancora e lo allontanò dalle isole. Fin qui il mito.
Oggi - proprio mentre la Protezione Civile dispone il livello di allerta arancione a causa dell'attività eruttiva dello Stromboli - le Eolie tornano ad essere paradiso dei vacanzieri, soprattutto se si possiede una imbarcazione, meglio se a vela e di appassionati di immersioni in quanto i fondali delle isole sono un acquario naturale da non perdere.
L'intero reportage di Vittorio Scioisa è pubblicato sul numero 1 di Grand Tour.
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Da sabato 1 giugno il numero 1 di Grand Tour è in tutte le edicole di Napoli e delle isole del golfo