Ecco Tylos, il pianeta delle "super tempeste"
Scoperto dagli astronomi dell’ESO è un esopianeta con venti più potenti di qualsiasi uragano terrestre. Gli scienziati studiano la sua atmosfera unica: una ricerca che avvicina l’umanità alla scoperta di mondi abitabili.
Se ci capita di lamentarci di una folata di vento che sgualcisce i nostri capelli, allora non potremmo mai passare neanche un secondo della nostra vita su Tylos.
Tylos è un pianeta che non appartiene al nostro sistema solare: è quello che si definisce in termini scientifici esopianeta, o pianeti extrasolare.
Alcuni studiosi dell’ESO, che sta per European Southern Observatory, hanno messo Tylos nel mirino, o meglio nel “mirino” del Very Large Telescope array, ovvero lo strumenti ottico più avanzato al mondo, composto da quattro telescopi principali e altrettanti ausiliari mobili.

Grazie a questa strumentazione hanno avuto modo di osservare “più da vicino” questo pianeta attraversato costantemente da venti estremi, più potenti di qualsiasi uragano terrestre:
«Sembra di trovarsi in un mondo uscito dalla fantascienza. L’atmosfera di questo pianeta si comporta in modi che sfidano la nostra comprensione del meteo, non solo sulla Terra, ma su tutti i pianeti conosciuti», ha dichiarato Julia Victoria Seidel, ricercatrice dell’ESO e autrice principale di uno studio su Tylos pubblicato su Nature.
Perché Tylos affascina gli studiosi?
Prima di rispondere a questa domanda tracciamo con più precisione l’identikit di Tylos. Si tratta di un Giove caldo, una definizione che raggruppa quei Pianeti nella Via Lattea che orbitano vicino alla loro stella.
Tylos, in particolare, è situato 900 anni luce di distanza dalla Terra e impiega trenta ore per completare un’orbita. Uno dei suoi lati è incandescente, quello esposto alla sua stella, mentre l’altro presenta condizioni meteorologiche opposte, con venti straordinariamente violenti.
Studiando l’atmosfera, i ricercatori, in particolare, hanno individuato tre strati di vento. Una corrente a getto che trasporta sodio lungo l’equatore, muovendosi più velocemente del pianeta stesso. Sotto questa corrente poi hanno osservato un altro flusso atmosferico capace di trasportare ferro dal lato caldo al lato freddo del pianeta. E ancora sopra entrambi gli strati, regna un livello superiore di venti di idrogeno: «Non abbiamo mai osservato un clima simile su nessun altro pianeta. Anche i più potenti uragani del nostro sistema solare sembrano deboli al confronto», ha affermato Seidel.

La tecnica dello studio
Come fanno gli astronomi a studiare l’atmosfera di un esopianeta? Anche se esistono diverse tecniche, la più efficace per studiarne l’atmosfera è osservare il modo con cui transitano davanti alla loro stella madre. Quando questo succede, una parte della luce stellare attraversa l’atmosfera prima di raggiungere i telescopi terrestri. Attraverso questa luce filtrata gli scienziati possono identificare le firme chimiche degli elementi presenti nell'atmosfera del pianeta. In particolare, per questa ricerca gli astronomi hanno usato lo strumento "Espresso" che, montato sul Very Large Telescope, ha permesso di studiare la luce raccolta, rilevando la presenza di ferro, sodio e idrogeno e mappando così la circolazione dei venti atmosferici.
Alla scoperta di mondi abitabili
Grazie a questi nuovi strumenti tecnologici, è possibile oggi studiare nel dettaglio la composizione chimica e le dinamiche meteorologiche di pianeti così distanti dalla Terra. Le recenti evoluzioni tecnologiche, come la costruzione del Giant Magellan Telescope nel deserto di Atacama, permetteranno di fornire informazioni più dettagliate sulle atmosfere dei pianeti rocciosi, avvicinando l’umanità alla scoperta di mondi abitabili.