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Dal Dopoguerra a oggi, l'Italia che lavora si racconta attraverso la fotografia

Dal Dopoguerra a oggi, l'Italia che lavora si racconta attraverso la fotografia

Riannodare il filo della memoria, guardando con occhi contemporanei ai volti di donne e uomini che hanno fatto la storia: al Palazzo Esposizioni di Roma una mostra ripercorre il '900 attraverso la prospettiva dell'occupazione. E rilancia un interrogativo: cosa accadrà con l'AI?

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by Pasquale Raicaldo

Il lavoro è l'amore reso visibile, ha scritto Kahlil Gibran: sarà per questo che c'è, più di tutto, tanta appassionata competenza nello straordinario viaggio che attraversa lo Stivale, dal Dopoguerra ad oggi, raccontando i profondi cambiamenti attraversati dall'Italia. Qui, più che altrove, il lavoro - in tutte le sue molteplici forme - si è del resto rivelato forza propulsiva di progresso sociale e culturale: rileggerne le evoluzioni vuol dire, così, riannodare il filo della memoria, guardarci allo specchio, comprendere cosa siamo stati e - forse - cosa saremo.
Ancor più utile farlo nei giorni in cui la questione di genere e il dibattito su salario minimo, welfare e settimana corta restano inesorabilmente attuali.
Non c'è dunque alcun dubbio, allora, che la mostra “Italia al lavoro”, promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo, prodotta e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo con Invitalia, con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e con il contributo di Confindustria, sia un'occasione da non perdere.
Dal 6 febbraio al 23 marzo a Palazzo Esposizioni di Roma il percorso espositivo, a cura di Sara Gumina e a ingresso gratuito, propone immagini fotografiche e video provenienti da importanti archivi storici, accompagnando visitatrici e visitatori lungo un viaggio nel mondo del lavoro in diversi territori italiani, da Nord a Sud, dalla penisola alle isole e nell’arco di otto decenni. Sembrano pochi, ma guardare dietro consente di comprendere come siamo cambiati. Spoiler: tantissimo.

Parete 1965. Foto Giancarlo Scalfati

Già, perché si passa - bene lo raccontano le immagini - dalle forme tradizionali agricole e artigianali degli anni ’50 alle sfide del periodo post-industriale e all'incedere del digitale degli ultimi decenni. Quel che sarà, chi può dirlo: nell'era dell'intelligenza artificiale, la diatriba tra apocalittici (i robot ci sostituiranno?) e integrati - per dirla con Umberto Eco - è quanto mai attuale.
Prende forma, con la mostra, anche una nuova consapevolezza di quanto i cambiamenti del mondo del lavoro abbiano profondamente inciso sulla quotidianità delle persone, sugli equilibri stessi della società (in primis, la questione di genere, ancora in larga parte irrisolta), sulla visione del futuro.

Teca 1965. Gramsci-Lucas

Lavoro e imprese, del resto, rappresentano da sempre gli elementi fondamentali e il filo conduttore per la valorizzazione e lo sviluppo delle comunità e del territorio. Anche per questo questo, spiegano i curatori, "testimoniando il mutare delle condizioni sociali e tecnologiche e i profondi cambiamenti subentrati nell’organizzazione e nella condivisione del lavoro, il percorso proposto invita a riflettere sul futuro, in un’epoca caratterizzata dall’automazione, dalla digitalizzazione e dalle nuove forme di occupazione".
C'è, inoltre, anche un implicito inno al made in Italy, forse - nell'era della delocalizzazione, Stellantis doc - vagamente nostalgico: nei volti di donne e uomini che - ritratti in fotografie d'antan - hanno contribuito in tanti settori strategici a rendere forte l’Italia nel mondo e hanno determinato, con il loro lavoro e la loro creatività, l’evoluzione e la competitività del Paese, si legge anche l'orgoglio, oggi in parte smarrito, legato a un senso d'appartenenza tradito, in larga parte, negli anni delle grande crisi.

Parete 2005. Roberto Caccuri. Contrasto

 La mostra è frutto di un’impegnativa ricerca condotta attraverso la consultazione di numerosi archivi che hanno generosamente prestato i loro documenti:
Archivio Luce - Cinecittà
RAI - Direzione Teche
Archivio Alberto Roveri
Archivio ARSIAL - Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio Archivio Fausto Giaccone
Archivio Fondazione FS Italiane Archivio Simone Aprile
Archivio Storico Autostrade per l'Italia Archivio Storico CGIL Nazionale Archivio Storico Confindustria Archivio Storico TIM
Archivio Uliano Lucas
Associazione Archivio Storico Olivetti, Ivrea Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università di Parma EUR S.p.A. – Fondo Storico Fotografico
Fondazione Gramsci
Contrasto
Fototeca Gilardi
Invitalia - Agenzia nazionale per lo sviluppo Istituto Luigi Sturzo, Archivio Storico

Confindustria

Molte delle fotografie esposte sono state realizzate da importanti fotografi che al mondo del lavoro si sono dedicati con passione e impegno civile:
Livio Anticoli, Simone Aprile, Gianni Berengo Gardin, Ilario Bessi, Riccardo Boccuzzi, Michele Borzoni, Roberto Caccuri, Carlo Cisventi, Fabio Cuttica, Daniele Dainelli, Tano D’Amico, Salvatore Esposito, Camilla Ferrari, Fabio Fiorani, Fausto Giaccone, Ando Gilardi, Federico Guida, Martino Lombezzi, Uliano Lucas, Emiliano Mancuso, Claudio Marcelli, Gabriella Mercadini, Lidia Mileto, Stefano Giulio Pavesi, Franco Pinna, Alberto Roveri, Antonio Sansone, Nicola Sansone, Luca Santini, Antonio Sansone, Emanuele Satolli, Giancarlo Scalfati, Ernst Scheidegger, Flavio Scollo, Mauro Torri, Paolo Tre, Theo Volpatti.

Reca 1985_Foto Mauro Torri. Archivio Fondazione Gramsci

Italia al lavoro

6 febbraio__23 marzo 2025
Palazzo Esposizioni Roma, Sala fontana - Via Milano, 13, Roma www.palazzoesposizioniroma.it
Facebook: @PalazzoEsposizioni | Instagram: @PalazzoEsposizioni | Twitter: @Esposizioni Orari: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 20.00 - lunedì chiuso
Ingresso gratuito

Teca 1995 - Stefano G. Pavesi. Contrasto

La mostra è legata a Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, che dà impulso alla crescita del Paese, favorisce la competitività delle imprese e dei territori e sostiene i settori strategici e la Pubblica Amministrazione. Favorisce la creazione, lo sviluppo e il rilancio delle imprese attraverso la gestione dei principali incentivi nazionali e contribuisce all’attrazione degli investimenti esteri. È Centrale di Committenza e Stazione Appaltante per la realizzazione di opere pubbliche. Affianca le amministrazioni nella gestione dei fondi europei e nazionali ed è impegnata nell’attuazione del PNRR. Attraverso le società controllate, Invitalia agisce in alcuni settori strategici per la crescita del Paese, come la banda larga e l’accesso al credito.

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