Dall'ambiente al Pil: 5 anni dopo, qual è l'eredità del Covid?
Un calo del 3% dovuto a perdite permanenti di capitale umano e sociale, tra decessi, opportunità mancate in termini di formazione e di sviluppo delle competenze, oltre a fallimenti aziendale. E spunta una lezione incompresa sulla tutela dell'ambiente
Sono passati cinque anni dallo scoppio della pandemia Covid-19 e un’analisi condotta da tre esperti di Carmignac (Raphael Gallardo, capo economista, Kevin Thozet, membro del comitato investimenti, e Lloyd McAllister, responsabile degli investimenti sostenibili) ha analizzato le conseguenze sull’economia, i mercati finanziari e gli investimenti sostenibili. Un dato importante è il declino del Pil globale, che ha registrato un calo del 3% dovuto a perdite permanenti di capitale umano e sociale, tra cui decessi, opportunità mancate in termini di formazione e di sviluppo delle competenze, oltre a fallimenti aziendali. I Paesi in via di sviluppo sono stati gravemente colpiti a causa della mancanza di ammortizzatori fiscali e monetari. Al contrario, le forti risposte politiche nei mercati sviluppati hanno mitigato alcuni danni economici a lungo termine, nazionalizzando il rischio di credito del settore privato. Le imprese hanno potuto concentrarsi sulla digitalizzazione, aprendo nuove strade per l'aumento della produttività.
La pandemia ha anche scatenato tensioni geopolitiche: le disparità di ricchezza sono state amplificate, alimentando la frustrazione sociale, che i populisti hanno sfruttato per sostenere misure fiscali più ampie, rischiando di generare ancora più inflazione. Tra i grandi cambiamenti in atto, la pandemia ha senz'altro accelerato la digitalizzazione in vari settori, beneficiando aziende come Microsoft, Apple e Alphabet che hanno raggiunto - e mantenuto - capitalizzazioni di mercato superiori a 2.000 miliardi di dollari. La spesa IT globale è passata da 4.000 miliardi di dollari nel 2019 a oltre 5.000 miliardi di dollari previsti per quest'anno.
L'esplosione nell'uso dei dati ha sicuramente accelerato i progressi nell’ambito dell’IA e la conseguente integrazione in vari settori, portando a sfide operative ma anche a progressi significativi. I tassi di morosità sono aumentati costantemente e nonostante le difficoltà affrontate dalle aziende in settori come quello immobiliare e dei laboratori di analisi, i default sono compatibili con la crescita a lungo termine. I mercati del credito offrono attualmente rendimenti interessanti, ma richiedono un’attenta valutazione dei rischi di rifinanziamento e delle problematiche legate alla supply chain, mentre il ciclo economico è tornato a salire, influenzando i prezzi degli asset.
Le indagini hanno evidenziato, a fronte dell'efficacia finale del contrasto alla pandemia, carenze nella preparazione, nel coordinamento internazionale e nel controllo delle infezioni.
Nonostante i miglioramenti, epidemiologi e virologi prevedono che la prossima grande pandemia sarà di origine aerea e probabilmente si verificherà nei prossimi 5-25 anni, con un rischio crescente dovuto ai cambiamenti di temperatura e alle condizioni climatiche estreme.
Il calo del PIL globale ha evidenziato l'importanza di una gestione "di sistema": il valore delle aziende a livello di portafoglio può superare il loro valore aziendale individuale, come dimostrato dagli azionisti delle biotech, il cui interesse economico nei vaccini contro il Covid-19 ha avuto un impatto significativo sull'economia in generale. Questa prospettiva viene ora applicata a questioni come la resistenza antimicrobica e il cambiamento climatico, dove le aziende vengono valutate in base ai rischi sistemici e ai rendimenti complessivi del portafoglio piuttosto che ai singoli profitti. La pandemia ha coinciso con un boom negli investimenti sostenibili, evidenziato dall'introduzione in Europa della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR). L’importanza dei fondi Articolo 8 e 9, che integrano in modo più esplicito i criteri ESG insieme ai fattori finanziari, è cresciuta significativamente.