Terremoti e bradisismo, viaggio nella terra che arde: ecco cosa sta accadendo ai Campi Flegrei
Sciami sismici continui, effetto del bradisismo. Lo spauracchio di uno scenario eruttivo. Nelle ore più difficili, dopo la scossa più intensa degli ultimi 40 anni, si riaccendono i riflettori su una delle aree geologicamente più complesse al mondo. Le nostre risposte
Una caldera tra le più pericolose al mondo. In un territorio molto antropizzato, che porta sin dal nome l'effervescenza geologica del sottosuolo (φλέγω, phlégō, vuol dire non casualmente "brucio") e che vive oggi una crisi bradisismica importante che va intensificandosi.
In queste ore i riflettori dell’Italia sono puntati sui Campi Flegrei, una vasta area di natura vulcanica della Campania, a ovest della città di Napoli e del suo golfo. L'area comprende i comuni di Napoli, Pozzuoli, Quarto, Bacoli e Monte di Procida.
Qui da inizio 2024 si sono registrati oltre 1800 terremoti, anche se molti appena percepibili dalla popolazione.
Ma nelle ultime ore l’ansia della popolazione è notevolmente cresciuta: alle 19:51 del 20 maggio si è originato un nuovo sciame sismico, l'ennesimo, che ha fatto registrare in via preliminare oltre 150 terremoti con una magnitudo massima di 4.4, la più energetica tra quelle registrati dall’inizio dell’attuale crisi bradisismica iniziata nel 2005. L’epicentro è collocato all’interno della Solfatara ad una profondità di 2.6 chilometri.
L’evento, insieme a quelli che lo hanno preceduto, è stato distintamente avvertito dalla popolazione, che è scesa subito in strada e che in alcuni casi ha trascorso la notte all'addiaccio. Scene di panico anche a Napoli, nei quartieri più prossimi ai Campi Flegrei ma anche nel centro storico, ai Quartieri Spagnoli, a Chiaia.
Nella notte a Pozzuoli sono state allestite cinque aree di attesa e un'area di accoglienza: vi hanno dormito circa 80 persone. Aree di attesa sono state allestite anche a Bacoli. I primi sopralluoghi hanno portato allo sgombero di 13 edifici e all'evacuazione di 39 famiglie. Sono state tutte evacuate le 140 detenute presenti nel carcere femminile di Pozzuoli. Non ci sono feriti.
“Non si registra allo stato attuale un aumento della velocità di sollevamento che attualmente è di 2 centimetri al mese”, spiega Mauro Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano.
Durante la crisi bradisismica del 1982-84 il sollevamento del suolo raggiunse i 9 centimetri al mese, e si superarono anche 1300 eventi sismici al mese: i Campi Flegrei non vivono dunque qualcosa di inedito, tutt'altro. E non ci sono segnali di risalita del magma, che resta dunque a una profondità considerata raffigurante: quanto basta perché non si prefiguri, insomma, un possibile, imminente scenario eruttivo.
Ma sono ipotizzabili altri terremoti, ancor più intensi?
La sismicità non è un fenomeno prevedibile – spiega l’Ingv - e pertanto non può essere escluso che si possano verificare altri eventi sismici, anche di energia analoga con quanto già registrato durante lo sciame in corso. Le strutture dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) dedicate al monitoraggio dell’area della caldera dei Campi Flegrei sono sempre operative h24 e in queste ore saranno effettuate misure e campionamenti in alcuni siti della caldera.
Perché accadono i terremoti?
Per via del bradisismo, che determina un sollevamento del suolo, causato da una spinta dal profondo che deforma le rocce sovrastanti e ne provoca l’innalzamento. Nel deformarsi, le rocce possono arrivare al limite di rottura.
Il terremoto non è che l’effetto di questa rottura delle rocce.
Secondo l’Ingv, studi probabilistici basati sulla storia eruttiva passata dei Campi Flegrei dimostrano che le eruzioni più probabili sono quelle di bassa magnitudo (del tipo di quella del Monte Nuovo, del 1538). Gli eventi più energetici sono considerati via via meno probabili, fino ad eventi di tipo pliniano, considerati poco probabili anche se non con probabilità nulla.