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Come l'overtourism sta trasformando Napoli
ph. Sofia Scuotto

Come l'overtourism sta trasformando Napoli

La popolarità della città si traduce in un boom di visitatori all'assalto del centro storico. Che si libera dei residenti: più redditizi i bed & breakfast. E diventa una sorta di Disney. Ma è davvero un processo inarrestabile?

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by Pasquale Raicaldo

L’oro di Napoli. D’oro è il momento della città, tra le destinazioni turistiche più ricercate al mondo: 14 milioni di visitatori nel 2023, 2 milioni in più rispetto al 2022. Un flusso continuo, senza soluzione di continuità, che alimenta interrogativi inquietanti sul futuro, prossimo, di una città da sempre iconica, riconoscibile, unica. E che oggi si trova pericolosamente in bilico tra la tentazione di fare del turismo il suo oro e la visione, romanticamente irrinunciabile, di chi preferirebbe che l'onda - talvolta barbarica - non attenti alla sua identità.
Il punto è che, esaltata dai media internazionali e dalle fiction, che qui più che altrove diventano popolari, quasi che un incantesimo (per l’appunto napoletano) soffi sul loro successo, Napoli vive davvero un rinascimento.  E di “rinascita” ha, non casualmente, scritto nei mesi scorsi il Time, indicandola nella top 50 dei luoghi da visitare in tutto il mondo. «Con un pizzico di enfasi, Napoli si sente capitale del turismo mondiale», ammette con orgoglio l’assessora al turismo del Comune di Napoli, Teresa Armato. «Una città presa d’assalto da flussi internazionali e dai giovani, con numeri che ci assegnano una grande responsabilità: evitare che il boom sia temporaneo». Ma ce n’è un’altra, di responsabilità, che Napoli avverte oggi più che mai: difendersi dalla globalizzazione.
Può, questa città dai mille volti, correre il rischio non solo di denunciare un gap infrastrutturale solo in parte mitigato dalla crescita (troppo lenta) del servizio di trasporto metropolitano ma soprattutto di restare disorientata dall’overtourism, piegandosi alle logiche commerciali di un flusso disordinato di milioni di visitatori mordi-e-fuggi

La fotografa Sofia Scuotto ha raccontato - con il progetto di street photography “Soggiorno napoletano” come il volto di Napoli stia cambiando con il turismo


Si parla sempre più di una disneyzzazione della città, vale a dire una messa in scena posticcia a uso e consumo dei turisti-consumatori, in linea con processi analoghi denunciati in città come Barcellona e Parigi, ma anche nelle “nostre” Firenze e Venezia. E il rischio concreto è la trasformazione del centro storico in un enorme parco giochi che offra al turista quel che cerca, con una corsia preferenziale per il cliché pizza e mandolino, con la variante sempre diffusa del fritto (e la scomparsa delle botteghe d’arte). Per tacere delle profonde trasformazioni della sue geografia interna, sulla quale incide la trasformazione (inesorabile?) degli appartamenti in bel and breakfast, senz'altro più redditizi. A discapito, però, dei residenti. Che sono, per l'appunto, parte della ricchezza - espressiva, culturale, antropologica - del luogo. E che, fatalmente, stanno sparendo dai luoghi-cult della città. Come si può, dunque, arginare tutto questo?

L'intero reportage è pubblicato sul numero 1 di Grand Tour
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Da sabato 1 giugno il numero 1 di Grand Tour è in tutte le edicole di Napoli e delle isole del golfo

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