Australia, via l'overtourism dalle "cascate orizzontali": il serpente creatore non deve essere disturbato
La decisione del governo di vietare il passaggio delle imbarcazioni tra le iconiche Horizontal Falls divide le opinioni ma rispetta la cultura aborigena.
Da un lato gli abitanti tradizionali che chiedono sia rispettata la sacralità delle loro terre, dall’altro le imprese turistiche locali che non accettano limitazioni e divieti d’accesso. Uno schema che si replica sempre più spesso, in diverse parti del mondo. E se non è la sacralità lo stendardo ad essere issato, la richiesta è la medesima, che sia in nome della sostenibilità, della tutela o della sicurezza.
Perché l’overtourism non è un fenomeno a sé, ma è figlio di quello stesso sistema che si esprime con la fast fashion, con gli allevamenti, con gli alimenti iper processati, con un inquinamento che minaccia l’irreversibilità dei danni prodotti. Lo stesso sistema che colloca le persone nella definizione di “consumatori” e che obbedisce a una sola legge: la massimizzazione del profitto, senza guardare in faccia niente e nessuno, dribblando al meglio la legge istituita. Che non basta!
La chiusura delle Horizontal Falls
Dal 2028 le celebri Horizontal Falls australiane non potranno essere più attraversate dalle imbarcazioni. Il divieto scatterà per tutti gli operatori turistici nel 2026, ad eccezione di Horizontal Falls Seaplane Aventures, il principale tour operator di Talbot bay, che potrà continuare i tour in barca fino allo scadere della sua licenza, nel 2028.
Le Horizontal Falls si trovano sulla costa nordoccidentale dell’Australia, all’interno del parco marino protetto co-gestito da governo statale e aborigeni. Il sito è famoso per l’affascinante fenomeno naturale che si crea tra le fessure della scogliera, corridoi di mare stretti tra le rocce, dove l’acqua si gonfia, generando maree spumeggianti che ricordano delle cascate orizzontali. Tra le attrattive principali dell’Australia occidentale, questi canali vengono attraversati dal traffico delle imbarcazioni turistiche che propongono un’esperienza da brivido e divertimento; poco in linea col valore sacro del luogo, attribuito da chi questa terra la vive da più di 50 mila anni.
La visione dei nativi
La DAC (Dambimangari Aboriginal Corporation), che rappresenta i proprietari tradizionali dell'area, ha sollecitato lo stop della navigazione delle cascate adducendo la sacralità del sito.
Per gli aborigeni la marea tra le rocce è generata dallo strisciare di Woongudd, il serpente mistico, e il passaggio delle imbarcazioni rappresenterebbe un disturbo per l’entità. Nella cultura aborigena, esiste un luogo-tempo abitato da esseri totemici, chiamato “il tempo del sogno”, raggiungibile attraverso i sogni ma che, al tempo della creazione del mondo, coesisteva con la realtà che conosciamo adesso. Del “tempo del sogno” restano tracce nella realtà fisica: i fiumi, le montagne, i canyon ecc., sono tracce delle danze, dei combattimenti, del passaggio delle entità del Dreamtime, gigantesche creature zoomorfe. In alcuni luoghi, teatri di vicende mitologiche particolarmente rilevanti, risiedono energie potenti, che possono manifestarsi con fenomeni naturali particolarissimi. Questo è per la cultura aborigena il “sogno del luogo”, una sorta di Genius loci che appartiene al luogo e ad un’altra dimensione al tempo stesso.
Le controversie
Il direttore generale del Tourism Council WA (Consiglio del Turismo dell’Australia Occidentale), Evan Hall, ha espresso tutto il suo disappunto per questa decisione asserendo che "I parchi nazionali sono terre e acque pubbliche che appartengono a tutti”, e che “attraversare le Horizontal Falls e fare immersioni con gli squali balena sono le due esperienze turistiche naturalistiche iconiche, che attirano visitatori in Australia Occidentale da tutto il mondo. È impossibile misurare quanti visitatori decideranno di non venire in WA o di visitare il Nord Ovest senza questa carta vincente”. Per Hall "l’obiettivo legislativo dei parchi nazionali include promuovere e facilitare il turismo naturalistico e il tempo libero pubblico, questo non si realizza limitando l'accesso dei visitatori o chiudendo esperienze di turismo naturalistico di successo."
La rivoluzione turistica di Talbot Bay
Le preoccupazioni degli aborigeni relative a questa pratica risalgono agli anni ‘90 ma un grave incidente, avvenuto due anni fa, che provocò il ferimento di molti passeggeri, ha contribuito ad accelerare la decisione del governo di fermare le imbarcazioni. Il divieto non impedirà l’accesso al parco, né la navigazione nella baia, ma solo l’attraversamento delle gole.
Il ministro dell'ambiente, Reece Whitby, ha definito il divieto “un cambiamento positivo che si basa sul rispetto reciproco, sulla comprensione e su una visione condivisa per mostrare i valori culturali e naturali dell'Australia occidentale”. E ha aggiunto “Vogliamo che le persone vivano la cultura indigena come parte essenziale e vitale della visita ai parchi nazionali e marini gestiti congiuntamente in tutta l'Australia Occidentale”.
Una maniera nuova e più rispettosa di visitare le cascate orizzontali, vivendo l’autenticità del luogo che è anche la sua cultura, è quello che auspicano anche gli aborigeni. “Speriamo che Talbot Bay e Garaan-ngaddim (nome aborigeno delle cascate orizzontali, ndr) continuino ad attirare visitatori e che le cascate non vengano più viste solo come pericolose giostre da brivido - ha commentato Cassandra McCumstie, CEO della DAC. Crediamo che ci siano modi migliori per i visitatori di sperimentare la magia delle cascate orizzontali e sostenerci per proteggere questo sito sacro".