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Arte e cultura: l'immenso patrimonio della capitale della cultura italiana 2026

L'Aquila capitale della cultura italiana 2026. Dopo il tentativo del 2022, il capoluogo abruzzese ci riprova con il progetto “L’Aquila. Città Multiverso” e vince.

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by Daniela Signoretti
Arte e cultura: l'immenso patrimonio della capitale della cultura italiana 2026
L'Aquila, Piazza Duomo

Buona la seconda per L’Aquila, candidata a capitale della cultura italiana. Dopo il tentativo del 2022, il capoluogo abruzzese ci riprova con il progetto “L’Aquila. Città Multiverso” e vince. La città ha infatti ricevuto l’ambito titolo per l’anno 2026 e, mentre le polemiche su questa vittoria rimontano - con tanto di interrogazioni parlamentari annunciate - a partire dai presunti favoritismi denunciati da alcuni esponenti politici, la città inizia a prepararsi per il fitto calendario di eventi che tra 2 anni coinvolgerà “un numero rilevante di realtà, creando un forte collante con i territori circostanti”, come si legge nelle motivazioni espresse dalla giuria presieduta dal direttore responsabile di Adnkronos, Davide Maria Desario.

Altipiano del Gran Sasso

Fondata nel XIII secolo, da 99 castelli (questo secondo la leggenda ma in realtà il numero era inferiore) che si ribellarono al sistema feudale, L’Aquila è posta, a oltre 700 metri di quota, nella Conca aquilana, nella vallata del fiume Aterno, circondata dalle catene montuose del Sirente e del Velino e del Gran Sasso, posizione che la rende una delle città più fredde d’Italia. Più volte rasa al suolo nel corso dei secoli da eventi bellici e tellurici - il prossimo 6 aprile sarà il 15° anniversario dell’ultimo, devastante evento sismico nel quale persero la vita 309 persone - L’Aquila è storia di ricostruzioni e ripartenze, evidenti nelle architetture della città.

Una cinta muraria medievale ben conservata racchiude il centro storico al quale si accede varcando le monumentali porte. Sia dentro che fuori le mura si trovano alcuni luoghi d’interesse culturale che sono diventati vere e proprie icone nazionali, vediamone qualcuno.


Basilica di Santa Maria di Collemaggio

Questo edificio della fine del XIII secolo, che si trova appena fuori la cinta muraria, in estate diventa teatro di un evento religioso che richiama una moltitudine di persone, attirate dalla solennità del rito, dai festeggiamenti collaterali e dal fascino dell’antico che resiste. È la Perdonanza Celestiniana, il giubileo annuale istituito da Celestino V nel 1294 e inserito, dal 2019, nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. Il rito, tramandato ininterrottamente dalla sua istituzione e che quest’anno giunge alla sua 730° edizione, coinvolge diversi comuni abruzzesi, già molti giorni prima delle date clou, con cammini, processioni e rievocazioni che convogliano verso il capoluogo nei giorni finali e più intensi, che culminano con l’apertura della Porta Santa della Basilica, la più antica al mondo! La bolla papale di Celestino V concede indulgenza plenaria a chiunque, confessato e sinceramente pentito, faccia ingresso nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, tra i vespri del 28 e quelli del 29 agosto.


Fontana delle 99 cannelle

Tornando al numero 99, questo ridonda sempre nelle filastrocche, nei proverbi, nell’urbanistica, nelle interessanti leggende, da approfondire, che collegano L’Aquila all'antica Gerusalemme e all’ordine templare. Novantanove sono le cannelle da cui sgorga l’acqua della fontana, costruita nel XIII secolo. Le pareti perimetrali della struttura sono decorate da masselli di pietra locale bianca e rossa, la stessa presente nella facciata della Basilica di Santa Maria di Collemaggio. La fontana è uno dei monumenti più importanti dell’Aquila, nell’elenco dei monumenti nazionali italiani dal 1902. Le 99 cannelle spuntano dalla bocca di altrettanti mascheroni che simboleggerebbero i signori dei 99 castelli che fondarono la città.


Forte spagnolo

A proposito di castelli, nel bastione est del castello cinquecentesco - lascito del dominio spagnolo del XVI secolo - è conservato lo scheletro di un mammut (Mammuthus meridionalis) rinvenuto nel 1954 nella frazione di Madonna della Strada del comune di Scoppito, a 15 km dall’Aquila. Il forte è stato storicamente la sede del MUnDA, il museo nazionale d’Abruzzo adesso collocato nell’ex mattatoio, che ospita una serie di opere che spaziano dall’età arcaica a quella moderna.


Amiternum

A pochi chilometri dal centro, nella frazione di San Vittorino, il sito archeologico di Amiternum conserva i resti dell’antica città italica fondata dai Sabini, poi conquistata dai romani nel III a.C. Tra le strutture presenti spiccano un anfiteatro del I secolo d.C., un teatro di età augustea, una villa di età tardo imperiale e resti di terme e di un acquedotto. 

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