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Alla scoperta della Groenlandia: l'isola più grande al mondo nel mirino di Trump
Photo by Annie Spratt / Unsplash

Alla scoperta della Groenlandia: l'isola più grande al mondo nel mirino di Trump

Nelle ore in cui il Paese va al voto, scopriamo i segreti di un territorio che ha un'estensione pari a quattro volte la Francia. Dove si gioca una partita importante per gli equilibri dell'intero pianeta

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by Redazione


All'improvviso, è diventata l'ombelico del mondo. Perché qui si concentrano le malcelate mire di Donald Trump. E nelle ore in cui la Groenlandia va al voto, con 50.000 elettori chiamati ad eleggere 31 membri della Camera, l'Inatsisartut, e forse a rimarcare la voglia di indipendenza, o di maggiore autonomia, dalla Danimarca, gli occhi dell'America, e dell'intero Occidente, si posano su una terra straordinariamente affascinante, dove si giocano alcune tra le più importanti partite - ambientali e geopolitiche - della contemporaneità.
Ma cosa c'è da sapere sulla Groenlandia? Anzitutto, è un territorio artico grande quanto quattro volte la Francia, abitato a intermittenza da quasi 4.500 anni da comunità inuit e battezzato “terra verde” da Erik il Rosso, capo vichingo sbarcato nell'estremo sud dell'isola alla fine del X secolo.
L'isola - 2 milioni di chilometri quadrati - è ricoperta per l'85% di ghiaccio. Colonizzata dai danesi 300 anni fa, l'isola è rimasta sotto il loro controllo fino al 1953, quando è entrata a far parte della Comunità del Regno. Nel 1979 è diventata un territorio autonomo e la sua autonomia è stata rafforzata da una legge del 2009, ma la sua economia dipende ancora fortemente dai sussidi versati da Copenaghen, più di 520 milioni di euro all'anno, pari a un quinto del suo Pil. A differenza della Danimarca, non fa parte dell'Unione Europea, da cui si è ritirato nel 1985, tre decenni prima della Brexit.
I suoi 57.000 abitanti - di cui oltre 19.000 nella capitale Nuuk - sono per oltre il 90% Inuit. Donald Trump lo continua a ripetere da fine dicembre che gli Stati Uniti otterranno la Groenlandia: «Ne abbiamo davvero bisogno per la sicurezza internazionale e penso che lo otterremo», ha dichiarato il presidente americano nel suo primo discorso di politica generale. L'interesse americano per il territorio di ghiaccio non è una novità. La Groenlandia appartiene alla zona di interesse americana, come definito dalla dottrina Monroe nel 1823. Quasi un secolo dopo, nel 1917, Washington acquistò le Isole Vergini a Copenaghen e riconobbe la sovranità della Danimarca sulla Groenlandia. Durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre la Danimarca era occupata dalla Germania, gli Stati Uniti presero il controllo della Groenlandia, che restituirono alla fine del conflitto, pur mantenendo importanti basi militari. Oggi, una è ancora in servizio, a Pituffik, nel nord-ovest dell'isola. Gli americani hanno anche un consolato a Nuuk.

icebergs on body of water under blue and white sky at daytime
Photo by Tina Rolf / Unsplash

La principale fonte di reddito è la pesca, importanti anche le ricchezze del sottosuolo groenlandese (oro, rubini, criolite), anche se sono attive solo due miniere. Secondo il Geus, l'isola possiede 36,1 milioni di tonnellate di risorse di terre rare. Le riserve, che corrispondono alle risorse economicamente e tecnicamente recuperabili, sono dell'ordine di 1,5 milioni di tonnellate, secondo l'ultimo rapporto dell'Istituto geologico americano (Usgs). L'opposizione della popolazione all'estrazione di uranio nel sud ha portato a una legislazione che vieta l'estrazione di prodotti radioattivi. Il territorio suscita anche speranze in termini di riserve di petrolio e gas.
La Groenlandia, preoccupata per la sua impronta di carbonio, ha sospeso la prospezione petrolifera e vede un grande potenziale nell'energia idroelettrica. Lo scioglimento dei ghiacciai sta anche rilasciando una farina di roccia, ricca di minerali, che può essere utilizzata come fertilizzante per i terreni impoveriti o aridi, ad esempio in Africa o in Sud America.

sea clouds and mountains
Photo by mahlersilvan


Questo vasto territorio si trova in prima linea nella fusione dei ghiacci artici, e, secondo uno studio di Nature, si tratta di una regione che si sta riscaldando quattro volte più velocemente del resto del pianeta dal 1979. Molteplici studi scientifici attestano un'accelerazione dello scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia (l'inlandsis) negli ultimi decenni. Se questa massa di ghiaccio, la seconda più grande al mondo dopo l'Antartide, dovesse scomparire completamente, secondo le simulazioni scientifiche ciò provocherebbe un innalzamento di oltre 7 metri del livello degli oceani. In Groenlandia non esiste una rete ferroviaria e la rete stradale, concentrata intorno alle città principali, è minuscola: i viaggi si effettuano quindi in elicottero, aereo o nave.
L'aumento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacci stanno aprendo nuove rotte marittime che potrebbero accorciare il traffico commerciale, rafforzando la posizione strategica del territorio che punta sul turismo per far decollare la sua economia. Da novembre, l'aeroporto di Nuuk accoglie voli a lungo raggio, il che permette di avvicinare l'isola artica al resto del mondo. Dall'inizio dell'estate, un volo diretto dovrebbe collegare Nuuk a New York due volte alla settimana.
Riccardo Cioffi

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